Archivio qui, per usi futuri che non tarderanno ad arrivare, la doppia definizione di «antipolitica» che questa mattina il prof. Angelo Panebianco ha dato dalle colonne del Corriere della Sera:
Ci sono due tipi di antipolitica, una vera e una finta. L’antipolitica vera non è oggi di moda (…) È quella che non vuole una politica impicciona, che ha per ideale – da perseguire benché non possa mai essere compiutamente realizzato – lo “Stato minimo”, uno stato che si occupi di fronteggiare emergenze e sfide alla sicurezza e di produrre pochi beni pubblici essenziali, lasciando il resto al mercato e al libero associazionismo volontario. Ma non è questa l’antipolitica oggi di moda. È di moda l’antipolitica fina, la quale convoglia il disprezzo dei cittadini sulla politica ma pretende altresì che la politica resta l’impicciona di sempre (non si propongono privatizzazioni e liberalizzazioni ma protezionismo e dosi ancor più massicce di statalismo). L’antipolitica oggi di moda è un ossimoro: è un’antipolitica statalista.