Sulle pagine di The Wire si stava svolgendo un dibattito un po’ stucchevole e inutilmente sul filo del politically correct che riguardava il numero di copertine dedicate ad artiste donne.
Siccome quando si gioca col politicamente corretto – così come quando si fa del moralismo – c’è sempre qualcuno più corretto (o più moralista) di te, per “salvaguardare” una categoria – quella femminile, che scioccamente veniva considerata discriminata in base al parametro del numero di copertine con musiciste donne – si è finiti per attaccarne un’altra. Quella degli artisti giovani (anagraficamente parlando), rei di finire in copertina immeritatamente e a discapito di artisti da più tempo sulla scena.
Si parlava di musica e mi sembrava perciò che la cosa stesse un po’ trascendendo.
Ho provato a dire la mia. Loro, gentilissimi, l’hanno pubblicata.
[…] di vedermi recapitata un’accusa assurda, o qualcosa del genere. Del resto, un mesetto fa, avevo scritto — proprio a Wire, ma non mi pagano per citarli continuamente — che la discussione sviluppatasi […]
[…] questione posta dal Guardian mi sembra così inutilmente polemica e così forzatamente pretestuosa (l’avevo già notato anche altrove), che se dirigessi un quotidiano anglosassone e avessi una platea di lettori avvezzi […]